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L'esperienza partigiana, durante gli ultimi mesi della lotta di Liberazione di Genova, è occasione per alcuni adolescenti di una forte e partecipata presa di coscienza, non solo politica ma addirittura esistenziale. L'attività di propaganda clandestina e alcune azioni di guerriglia, realmente accadute e realmente condotte dai protagonisti del romanzo, nella devastata quotidianità dei quartieri genovesi, sono accompagnate da significativi spunti di riflessione. La trama del libro è quindi la lotta di Liberazione, ma soprattutto il rapporto umano che quel nucleo partigiano vive. La loro vicenda è drammatica, intensa, fraterna. Al termine della lotta che ha visto gli uomini e le donne confrontarsi o accompagnarsi senza barriere sociali, a dispetto del "sogno" per una società migliore, ognuno rientra nella propria classe. Ad anticipare questa conclusione è Dario. Durante un'azione dirà a Carlo: «Gratta gratta, spunta sempre il borghese». "Alla gatta morta" è un romanzo che è viaggio negli ideali delusi, confusi, attenuati, spesso mutati per interessi o per necessità, di una generazione che salì in montagna per la libertà, l'eguaglianza e la fraternità.